Frontiera Ucraina by Francesco Strazzari;

autore:Francesco, Strazzari; [Strazzari, Francesco ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Contemporanea
ISBN: 9788815374219
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2022-07-15T00:00:00+00:00

3.1. Fuoco e acciaio

L’intelligence americana aveva pronosticato al ministro della Difesa ucraino, Dmytro Kuleba, che non sarebbe stata una guerra limitata localmente, ma si sarebbe vista tutta la potenza di fuoco di cui la Russia dispone. Dunque, una guerra di missili e artiglieria pesante. La ragione fondamentale per questa evoluzione è data dal costo enorme, calcolato in termini di perdite di uomini e materiale, che la Russia ha pagato nelle prime settimane di offensiva, per l’accumulo di problemi di logistica, comunicazione, comando e morale[38]. Non riuscendo ad affermare il proprio controllo dei cieli, la nuova condotta tattica russa si basa sul controllo del fuoco, ovvero sulla propria superiore capacità distruttiva. L’offensiva russa nel Donbass è sostanzialmente frontale, con molto meno spazio per la manovra.

Il 9 maggio 2022, alla grande parata del Giorno della vittoria, sulla piazza Rossa sfilano i gloriosi carri T-34, colonna vertebrale dell’immane sforzo sovietico contro l’occupante nazista. L’avvento del carro armato fra le trincee e le mitragliatrici della Prima guerra mondiale segnò una rivoluzione, rinfocolando le aspettative circa la possibilità di successo dell’offensiva delle truppe di terra. L’uso combinato di tank e aviazione, associato alle comunicazioni radio, fu il tratto distintivo del ripensamento strategico che guidò il revanscismo dei comandi nazisti all’offensiva sul fronte occidentale e poi spinse le truppe tedesche su quello orientale. Tuttavia, del capo di stato maggiore russo, il Generale Gerasimov, non s’è vista traccia alla grande parata di Mosca, prova del suo ferimento nel momento in cui, in modo inusuale, si è recato al quartier generale delle operazioni sul fronte del Donbass. Gli alti comandi russi sul teatro vengono bersagliati con precisione ed efficacia dagli ucraini, evidentemente informati con tempestività e dettaglio degli spostamenti del nemico. Putin a Mosca dà sfoggio di controllo della situazione, evitando di cedere alle richieste che salgono dalla destra ultranazionalista che sollecita la mobilitazione generale: la guerra in Ucraina resta dunque un’«operazione speciale», sulla quale tuttavia si mobilita con discrezione una macchina di reclutamento di volontari in tutta la Federazione, senza risparmiare Mosca e San Pietroburgo. L’offensiva ha bisogno di uomini sulla linea del fronte, non bastano i coscritti mobilitati, i soldati delle repubbliche secessioniste, gli ausiliari ceceni e i mercenari del Gruppo Wagner.

L’offensiva russa avrebbe dovuto essere lanciata sul finire dell’inverno, con le strade ancora gelate; ma qualcosa ha impedito che questo accadesse. Già a marzo, complici il disgelo, la pioggia e il fango, i cingolati russi avanzano lentamente, mostrandosi vulnerabili alle imboscate e conquistando in modo non irreversibile porzioni di territorio dalle quali (con la vistosa eccezione di Mariupol’, che fa storia a parte) gli ucraini si ritirano in ordine, ovvero senza lasciarsi chiudere in sacche, finendo circondati. Le versatili armi anticarro con cui l’Occidente ha generosamente rifornito la difesa ucraina sortiscono effetti pressoché immediati, magnificando l’attrito incontrato dai russi. Mine, missili Javelin e droni: non solo i Bayraktar turchi, ma anche i piccoli, letali Switchblade e Phoenix Ghost, nonché altri esplosivi di era sovietica che gli ucraini hanno modificato così da poterli sganciare sui blindati nemici dall’alto, aggirando le protezioni dei mezzi corazzati.

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